Page 43 - Acqua Marina numero trentasei
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LO STEMMA DEL REGNO DI SICILIA
          In quegli anni, il traf  co dei pellegrini diretti in particolare al   Per compiacere il fedelissimo Giovanni Da Procida, già
          santuario di San Michele sul Gargano (tra i più frequentati   medico del padre e Cancelliere del Regno, concesse
          del Medioevo), i soldati partecipanti alle Crociate, il f usso   a Salerno, nel 1259, il privilegio della Fiera Franca che
          di mercanzie, erano inarrestabili: un vero e proprio f ume in   favorì l’af  uenza di mercanti provenienti da tutto il
          piena che necessitava di uno sbocco sul mare.        Mediterraneo, e, nel 1260, fece ampliare il porto con la
          Altra esigenza era quella di collegare la Domus di Orta,   costruzione del molo che ancora oggi porta il suo nome
          di cui Federico II aveva ordinato la costruzione ed era   e a testimonianza del quale vi è un’epigrafe che ancora
          concepita come una grande azienda regia che produceva   oggi si trova nella Cattedrale nella quale si legge “A.
          grandi quantità di cereali, ad un’infrastruttura che ne   D. MCCLX. Dominus Manfredus, magnificus Rea Siciliae,
          consentisse l’esportazione. Per ripristinare il traf  co marittimo   domini Imperatoris Frederici filius, cum interventu domini
          dal porto di Siponto, distrutto dal terremoto, fondò la città   Joannis de Procita, magni civis salernitani, domini insulae
          che prese il suo nome, Manfredonia, per farne un nuovo   Procitae, Tramontis, Cajani, et baronis Postilionis, ac ipsius
          “agriporto” che collegasse le due sponde dell’Adriatico.  domini Regis soci et familiaris, hune pontem fieri fecit.”


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