Page 21 - Acqua Marina numero trentacinque
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MOSAICO RAFFIGURANTE UN’ORCA NEL PORTO DI OSTIA
Non ci è rimasto direttamente il suo rapporto, ma solo quanto di straordinaria varietà e grandezza e non di meno ne lasciò
ce ne riferisce uno scrittore della tarda romanità, Rufo Festo sulla costa: tra le altre, elefanti e arieti con le corna simulate
Avieno, nel suo poemetto Ora maritima:”(Imilcone) aggiunge solo da una macchia bianca, ed anche molte Nereidi”
che dal fondo salgono mucchi di alghe, che trattengono (da Plinio, Storia Naturale). E’ stata proposta l’identificazione
il battello come una siepe; nondimeno, egli dice, il mare è degli elefanti di mare con il tricheco, che però abita mari
poco profondo, appena un sottile strato d’acqua ricopre il sconosciuti ai Romani; un passo successivo di Plinio pare
suolo; animali marini circolano qua e là e dei mostri nuotano far riferimento invece all’astice, il più grosso dei crostacei
tra le imbarcazioni che si trascinano lente e inerti”. mediterranei, tuttora chiamato nel napoletano “elefante”
Plinio testimonia che anche nell’Oceano Indiano si trovano o “alifante” di mare. La descrizione dell’ariete, una specie
esseri mostruosi: ”escono dal mare anche delle belve simili molto pericolosa di cui più avanti è lo stesso Plinio a dire
a bestiame, divorano le radici degli arbusti, poi tornano in che “assale come un ladrone e talvolta aspetta, nascosto
mare; alcune hanno la testa di cavallo, di asino, di toro”. all’ombra di grandi navi, che qualcuno sia preso dal piacere
Nel corso della sua spedizione militare in India, di fare una nuotata, talaltra, sollevato il capo fuori dall’acqua,
l’ammiraglio macedone Nearco si imbattè in un branco spia le imbarcazioni dei pescatori e avvicinatosi di nascosto,
di balene: come immediata reazione i Greci, credendoli le sommerge”, consente nell’identificazione con il delphinus
una sorta di natanti ostili, si prepararono all’attacco, che si orca. A proposito di questa creatura e di suoi avvistamenti in
risolse in un nulla di fatto per l’improvvisa sparizione del zone non troppo lontane da Roma stessa, si ricorda l’episodio
nemico, immersosi in mare tra lo stupore generale. avvenuto sotto l’impero di Claudio, e di cui Plinio fu testimone
“Al tempo di Tiberio il mare abbandonò in un’isola di fronte diretto, quando un’orca si spinse fino all’interno del porto di
alla costa della Gallia più di trecento belve marine Ostia, arenandovisi tra lo stupore e lo spavento generale.
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