Page 47 - Acqua Marina numero trentatre
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Nel tuo libro si parla, tra l’altro, di “coraggio, spirito ti sei riappropriata della tua identità e della tua autonomia,
d’avventura e voglia di vivere...”. Come hai affrontato le conciliando la passione per la vela con la condizione di
sfide e le paure che il mare ti ha presentato e qual è stato il disabilità? Come ci sei riuscita?
momento più difficile ed il più bello del tuo viaggio in barca a Credo che la fortuna sia stato il mio modo di vedere
vela con Mercurio? la vita in modo ottimistico. Come ho scritto in un altro
Ovviamente, dopo il periodo buio degli psicofarmaci dai quali mio libro Vita al rallenty “...si deve sempre vedere il lato
la vela mi ha salvata, e, a maggior ragione, dopo l’intervento positivo in ogni singola situazione, il bicchiere mezzo
al cervello la mia vita è cambiata radicalmente con le pieno, o meglio come dice saggiamente il mio amico
conseguenti limitazioni motorie. Ciò, però, non ha intaccato Emanuele “il bicchiere è sempre pieno, metà di liquido
la mia voglia di viaggiare in generale e, forse anche grazie e metà di aria”, dove l’acqua per me rappresenta le
ad una buona dose di coraggio, a volte quasi incoscienza, difficoltà da superare, per farci crescere e diventare più
godo a piene mani del navigare e di Mercurio. Il momento maturi e l’aria è la leggerezza con cui affrontarle, il sorriso
più bello credo sia stata la prima rada trascorsa con il mio ex che non bisogna mai perdere”. Era ovvio, quindi, che una
compagno Bruno e coarmatore all’epoca, passata la Giraglia volta passato lo sconforto iniziale, ho deciso di “accettare”
e poco prima delle isole Finocchiarola in Corsica. Il momento questa sfida e di trarne i migliori benefici. Ho tirato fuori
più difficile è stato quando dopo aver scapolato Capo Sunion, dal cassetto i miei sogni: pubblicare i miei diari di viaggio
nel Peloponneso ho dovuto affrontare un mare formato con e poter partecipare a mostre fotografiche. Così sono
onde di quasi due metri e raffiche di vento fino a 43 nodi. riuscita a vivere al meglio anche la diversa condizione
Per fortuna a bordo avevo un equipaggio (una velista e un in cui mi sono trovata, non senza difficoltà, ma con
neofita) che non si è fatto prendere dal panico. grande determinazione.Ho iniziato anche ad occuparmi
Nel tuo libro scrivi pure che “il mare è cura, è leggerezza di progetti di inclusione sociale e di turismo accessibile,
di pensieri...”. Puoi dirci come hai affrontato il cambiamento per cui ho una vita talmente ricca da considerarmi
radicale della tua vita dopo l’intervento al cervello e come estremamente fortunata e soddisfatta.
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